Non sai quale processore scegliere?

Intel o AMD e quindi vorresti sapere quali sono le differenze? Prima di tutto, devi sapere che il processore è l’elemento più importante da tenere in considerazione quando si sta per acquistare un computer. Questo poiché il processore, chiamato anche CPU, dall’acronimo inglese di central processing unit, è l’unità di elaborazione centrale appunto perché coordina in maniera centralizzata tutte le altre unità di elaborazione presenti che si trovano sia sulle periferiche esterne, come ad esempio sulla tastiera o sul mouse, sia sulle schede elettroniche interne, quali, ad esempio, la scheda audio, la scheda video, la scheda di rete, ecc…

La CPU normalmente esegue le istruzioni dei programmi, i quali vengono a loro volta “traslocati” dalla memoria secondaria, cioè dall’hard disk, alla più veloce memoria principale, chiamata anche memoria primaria o semplicemente RAM.

Che differenza c’è tra un processore che costa 100 € ed un altro da 400 € ?

Sostanzialmente è la potenza, in cosa consiste questa potenza? La potenza si misura prevalentemente nella frequenza di clock, cioè nella velocità del segnale utilizzato per sincronizzare i vari dispositivi elettronici, nel tipo e nel numero delle istruzioni che il processore è in grado di eseguire, nella velocità con cui il processore scambia le informazioni da e verso la memoria RAM, nel numero di core presenti nello stesso, nel rapporto tra le prestazioni e i consumi, nonché nella presenza o meno di altre eventuali tecnologie, come ad esempio l’Hyper-Threading o Turbo Boost, entrambe proprietarie di Intel o del Turbo CoreSenseMI di AMD.

Che cos’è il clock?

In elettronica il termine clock indica un segnale periodico, cioè che si ripete nel tempo che viene utilizzato per sincronizzare, proprio come farebbe un direttore di un’ orchestra. La velocità o frequenza del clock non è altro che il numero di commutazioni tra i due livelli “0” e “1” che i circuiti logici interni di un’unità di calcolo di un microprocessore sono in grado di eseguire nell’intervallo di tempo di un secondo. Questa frequenza viene comunemente espressa in hertz il cui simbolo è Hz, oppure nei sui multipli normalmente più utilizzati quali:
il kilohertz il cui simbolo è kHz, che corrisponde a 1.000 Hz;
il megahertz il cui simbolo è MHz, che corrisponde a 1.000.000 di Hz;
il gigahertz il cui simbolo è GHz, che corrisponde a 1.000.000.000 di Hz.
Per essere in grado di portare a termine una singola istruzione come una semplice somma, sono però necessari più cicli di questo clock. Ecco quindi spiegato perché più è alta questa frequenza e più alto sarà di conseguenza il numero di operazioni che potranno essere eseguite nello stesso intervallo di tempo. In altre parole un processore che, funziona a 2.000 MHz quindi 2 GHz è migliore rispetto ad un processore che funziona a 1.000 MHz quindi 1 GHz, perché nello stesso intervallo di tempo il processore con la frequenza più alta è in grado di eseguire un numero doppio di operazioni rispetto al processore con una frequenza minore.

Che cos’è la cache?

Per ridurre il tempo medio di accesso alla memoria RAM sui processori è presente anche una piccola quantità di memoria temporanea molto veloce che prende il nome di cache (si pronuncia cash), della quale a seconda del tipo di processore, è possibile trovarne due o tre livelli:
la memoria cache L1 o di primo livello è collocata all’interno del processore ed è di solito la più piccola nell’ordine dei kilobyte, ma al tempo stesso è anche quella più veloce;
la memoria cache L2 o di secondo livello si trova invece tra il processore e la memoria RAM, ed è di solito un po’ più capiente rispetto a quella di primo livello;
la memoria cache L3 o di terzo livello, nelle prime implementazioni rappresentava solamente un livello aggiuntivo di memoria, mentre nelle più moderne architetture fornisce invece una memoria più capiente, ma al tempo stesso anche più lenta.

Meglio una CPU a 32 bit o a 64 bit?

Un’altra caratteristica che contraddistingue un processore è l’architettura con la quale questo viene prodotto. Normalmente l’architettura di un processore può essere o a 32 bit indicata come x86, o a 64 bit indicata come x86-64 o semplicemente come x64.
Che differenza c’è tra una CPU a 32 bit ed un’altra a 64 bit? I termini 32 bit e 64 bit indicano come vengono gestite le informazioni da parte del processore, ovvero si riferiscono alla dimensione, o meglio alla larghezza delle variabili che sono presenti in una determinata architettura. In sostanza si traduce in una dimensione maggiore dei registri ma non solo, presenti all’interno di una determinata CPU e di conseguenza nelle prestazioni che è possibile ottenere, un processore a 64 bit possiede registri più grandi rispetto ad un comune processore a 32 bit.

CPU single core, dual core, quad core o octa core?

Il core è il nucleo di un processore, un dual core ad esempio, è un processore composto da due nuclei fisici montati sullo stesso package, cioè sullo stesso alloggiamento dove vengono inseriti i circuiti elettronici. Come può portare beneficio avere più core? 2 o più core che eseguo la stessa operazione in parallelo porteranno a termine la stessa in minor tempo. Il parallelismo rispetto all’aumento della frequenza permette di migliorare notevolmente le prestazioni, Infatti, nonostante da un punto di vista tecnico GHz molto alti siano tranquillamente raggiungibili, gli svantaggi dal punto di vista termico, gli elevati requisiti di raffreddamento nonché gli elevati consumi, sono fattori che nel creare una CPU non vanno sottovalutati.
Un processore dual core non consuma di più rispetto ad un processore single core? Sebbene un processore dual core richieda mediamente più energia rispetto ad un processore single core, bisogna considerare che un processore dual core finirà il lavoro più velocemente e questo si tradurrà in consumi generali che saranno inferiori. Inoltre per avere dei consumi ancora minori, le CPU che sono dotate di più core in genere utilizzano delle particolari tecniche che permettono di addormentare uno o più core quando questi non vengono utilizzati o di abbassarne del tutto la frequenza lavorativa, in maniera tale da diminuire il più possibile le richieste in termini di energia.